foto di B. Benocci, D. D'Onofrio |
Nel corso degli anni, specialmente degli ultimi cinque anni, il Fringe ha assunto proporzioni gigantesche al punto che molte venues sono diventate SuperVenues. Queste ultime danno vita a propri programmi teatrali che possono essere considerati dei fringe tematici all’interno del Fringe.
Per
dare un’idea di ciò che il Fringe rappresenta, oggi, nel panorama
teatrale internazionale, ricordiamo i numeri del 2006: 1867
rappresentazioni teatrali (di cui il 32% teatro, il 27% commedia, 21%
musica, il 4% spettacoli per bambini, teatro danza ed eventi), 261
venues coinvolte.
Se da un lato il Fringe rimane fedele al suo principio, ovvero consentire a chiunque di prendere parte al Festival teatrale senza alcuna selezione, dall’altro proprio questa grande libertà è diventato il suo limite maggiore, poiché data l’enorme mole di offerta teatrale diventa quasi impossibile seguire gli eventi. La stessa guida del Festival non è che un elenco infinito di titoli di spettacoli suddivisi solo per categorie tematiche (teatro, musica, commedia etc.). Così chi non vuole perdere tempo si rivolge alle Supervenues: per le nuove produzioni teatrali al Traverse, per la comedy al Pleasance Dome e Pleasance Courtyard e così via. Oppure ci si affida alle testate giornalistiche (the Scotsman, The Guardian, The Herald, The List, Three Weeks etc.) che seguono con grande attenzione il festival, ma anche qui la scelta non è semplice. Le stesse testate tendono ad avere specifiche preferenze di genere teatrale.
La
sensazione generale è che vi siano, attualmente, troppi gruppi
teatrali, troppe venues, troppo buon lavoro teatrale che rimane senza
pubblico. Sembra difficile che si ripeta oggi ciò che era ancora
possibile nel 2000, quando uno sconosciuto gruppo teatrale, gli
Spymonkies, sbancò il Fringe grazie al solo passaparola.
Sembra così ancora valido un vecchio metodo edinburghese: recarsi sulla Royal Mile, dove i gruppi possono promuovere il proprio lavoro teatrale recitandone un pezzo, e scegliere secondo il proprio gusto. Il criterio potrà sembrare farraginoso, ma il risultato è più che apprezzabile, perché spesso ci si imbatte in gruppi teatrali esordienti e ricchi di talento.
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